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1 Dicembre 2024
La realtà può essere molte cose nello stesso momento. Basta saperla guardare nel segno della meraviglia: un percorso a cui vi invita la mostra “Max Mandel. Sguardi di luce” a cura di Giovanni Gazzaneo e Mauro Papa. Mandel (Milano, 1959) espone centoventi fotografie a Grosseto al Polo culturale Le Clarisse (via Vinzaglio 27) e al Museo Archeologico e Diocesano (piazza Baccarini 3), dal 26 ottobre al 1 dicembre 2024. Sei le sezioni in cui sono suddivise le immagini: Sguardi di luce, Istanti, Incontri, Architetture, Forme senza tempo, L’altra metà del lavoro.
In Sguardi di luce Mandel coglie particolari, anche minimi, e li traduce in immagini quasi astratte: giochi di luce e ombra su una parete, fiori in una vasca, aerei di carta in volo nella Galleria Vittorio Emanuele a Milano… Immagini raccolte nel corso di numerosi viaggi, dall’Europa, al Medio Oriente, all’Asia. Istanti raccoglie una serie di fotografie realizzate tra il 2016 e il 2107 con il telefono cellulare. Con Incontri protagoniste sono le persone. In Oltre la superficie l’occhio del fotografo si sofferma sulle suggestioni legate alle linee e ai volumi degli edifici, mentre in Forme senza tempo protagonista è la scultura. Infine, L’altra metà del lavoro raccoglie la ricerca di Mandel sul lavoro femminile: una serie di intensi ritratti in bianco e nero. Lo sguardo fugge un approccio retorico e la persona si offre in dialogo con il fotografo proponendo oggetti o simboli legati alla sua attività.
«Lo sguardo di Mandel – scrive il curatore della mostra Giovanni Gazzaneo – è mosso dalla passione della bellezza del quotidiano. Capace di coniugare sapere e vedere, vuole offrirci della realtà non la superficie, che per quanto abbagliante è pur sempre scorza, ma l’essenza, la sua poesia più intima». Nei ritratti in bianco e nero o nella meraviglia cromatica di un particolare, alla base degli scatti di Max Mandel è sempre la realtà.
Accompagna la mostra un ebook di 350 pagine, con testi, tra gli altri, di Antonia Arslan, Giovanni Gazzaneo, Laura Leonelli, Edoardo Milesi, Arnoldo Mosca Mondadori, Guido Oldani, Marco Roncalli, Davide Rondoni, Santo Versace, Zingonia Zingone, Stefano Zuffi.
Biografia
Max Mandel è nato a Milano il 3 ottobre 1959. Fotografo e ricercatore iconografico, i suoi ambiti abbracciano la ripresa e documentazione di opere d’arte, le immagini di paesaggio, i contesti urbani e architettonici. Nel corso della sua attività ha compiuto ripetuti viaggi in Europa, Asia e Americhe. Dal 1988 al 2005 ha curato la documentazione fotografica delle campagne di scavo in Giordania dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme. Impegnato nella divulgazione della storia della fotografia, si occupa con particolare riguardo del periodo della sua nascita e dei primi sviluppi nel XIX secolo. Alle fotografie di documentazione affianca quelle di carattere artistico. La sua ricerca percorre più strade, confluite nelle raccolte: Sguardi di luce, Appunti di Viaggio, L’altra metà del lavoro, Il Tigri e l’Eufrate, Viaggio in Italia, Ritagli di tempo, Decoupage, Cartoline da Street View. Fra le esposizioni, citiamo: Museo d’Arte Moderna, Konya (Turchia), 1986; Villa Pasole, Feltre, 1993; Consolato Generale degli Stati Uniti d’America, Milano, 1996; Biblioteca d’Arte del Castello Sforzesco, Milano, 2001; Zoom International Photographic Exhibition, Tokyo e Atami (Giappone), 2004; Museo Nazionale di Fotografia, Brescia, 2005; Università Selgiuchide, Konya (Turchia), 2007; Museo di Mevlana, Konya, 2008; Sala del Podestà, Rimini, 2008; Ambasciata d’Italia a Kabul (Afghanistan), 2008; Galleria d’Arte della Camera di Commercio di Chieti, 2014; Ocra, Montalcino, 2018.
Le sue fotografie figurano in volumi e pubblicazioni di case editrici italiane ed estere.